Alimentazione nell’allattamento

4 passi per…“chi allatta e chi è allattato

Premessa

Il latte della mamma è l’alimentazione naturale ed ideale per il neonato. L’allattamento significa per madre e bambino un approfondimento del rapporto affettivo. 

I fattori che influiscono sulla buona crescita del bambino sono numerosi e non possono essere fatti risalire tutti all’allattamento, è, però, innegabile che questo gioca un ruolo fondamentale nel corretto sviluppo del neonato e una dieta adeguata da parte della madre è un’ottima strategia per far sì che esso sia condotto nel miglior modo possibile.

L’importanza dell’allattamento al seno per la salute del bambino e della mamma è ampiamente evidenziata in numerose ricerche epidemiologiche. Il latte materno possiede caratteristiche uniche, che lo contraddistinguono notevolmente dagli altri alimenti possibili nel primo anno di vita. Assicura molteplici vantaggi in termini di salute generale, di crescita e di sviluppo, diminuendo nello stesso tempo il rischio di contrarre numerose malattie acute e croniche nel bambino allattato al seno.

Durante l’allattamento si può mangiare tutto, tranne ovviamente cibi che la mamma non tollera. In altre parole, basta seguire le indicazioni della famosa “piramide alimentare”; serviranno solo alcune precauzioni e accorgimenti che però non sconvolgeranno l’abituale regime alimentare. La qualità continua ad essere importante più della quantità, come per la  gravidanza.

Il latte materno, in un certo senso, viene prodotto a spese della madre, perché la natura protegge il più debole che, in questo caso, è il bambino. è per questo motivo che una madre che allatta deve curare particolarmente l’alimentazione 

Dopo la gravidanza restano dei chili da smaltire: questa condizione non deve rappresentare un problema e non deve indurre a voler seguire diete dimagranti durante questo delicato periodo. Proprio questi chili in eccesso servono per la produzione di latte, che richiede energia. Quindi, anche se il fabbisogno energetico della donna che allatta, è leggermente superiore, non servirà mangiare esageratamente più del solito, basterà mangiare un po’ di più ascoltando i segnali del proprio corpo. L’aumentato fabbisogno energetico verrà bilanciato proprio dalle scorte adipose accumulate in gravidanza. In genere, in questa fase l’appetito è maggiore: basta, quindi, assecondare la fame, se necessario introducendo uno o due spuntini fuori pasto, a base di frutta e verdura cruda, controllando la densità calorica degli alimenti. Se non si esagera con le calorie, l’allattamento al seno è un’ottima occasione per perdere quei chili di troppo accumulati durante la gravidanza .

Approfittare di tutte le occasioni che si presentano per muoversi può accelerare il processo di dimagrimento; quando si va a passeggio con il piccolino, camminare a passo sostenuto almeno per 30 minuti, farlo tutti i giorni aiuterà a far tornare in forma la neomamma senza togliere tempo al bambino.

 

1° passo: quali alimenti scegliere?

E’ proprio la varietà che garantisce un apporto sempre adeguato di tutti i nutrienti. 

  •  Proteine: regine indiscusse di questo periodo, il loro apporto in genere deve aumentare di circa 17 g in più al giorno nei primi sei mesi di allattamento, a scapito dei carboidrati, che non sarà necessario aumentare. Queste devono provenire qualitativamente soprattutto da pesce (fonte di omega-3, importantissimi per lo sviluppo neurocognitivo del bambino), e legumi ricchi in fibra, mentre bisogna stare attenti agli affettati e agli insaccati troppo ricchi in sodio e grassi saturi. Come formaggi è ottima la ricotta.  
  •  Utilizzare oli vegetali ad alto valore nutritivo, da usare preferibilmente crudi, particolarmente utili per fornire acidi grassi essenziali e vitamine liposolubili. 
  •  Vitamine e minerali: per quanto riguarda le vitamine bisogna introdurre sufficienti quantità di vitamine A e C che sono fortemente richieste in questo periodo e che possiamo trovare nei vegetali giallo-arancioni e in quelli di colore verde scuro (spinaci, broccoli, cicoria.). Il minerale su cui bisogna porre maggiore attenzione è senza dubbio il calcio, il cui fabbisogno aumenta di 400 mg durante l’allattamento. Oltre alla scelta di una buona acqua minerale calcica, è importante consumare vegetali quali broccoli, cavoli e cavolfiori appartenenti alla famiglia delle Crucifere. E’ sbagliato pensare che solo il latte ed i formaggi apportino calcio.
  •  Preferire alimenti freschi, ma anche i surgelati andranno benissimo, preparati con metodi di cottura semplici (al vapore, al cartoccio, ecc.), evitando quelli meno salutari come intingoli, fritture e grigliature (tanto più nocive quanto maggiori sono le parti carbonizzate dell’alimento).
  •  Da moderare, invece, la presenza di zuccheri nella dieta, ricchi sì di calorie ma “vuoti” dal punto di vista nutrizionale, perché troppo poveri di vitamine, minerali e amminoacidi essenziali.
  •  Aumentare l’apporto di liquidi, in quanto l’acqua contenuta nel latte materno deve essere sostituita. Il latte, infatti, è composto da acqua (circa l’80%) e se questa non viene introdotta a sufficienza, sarà l’organismo ad esserne privato, perché quella che c’è verrà impiegata per la produzione del latte per il vostro bambino. Ciò significa che una mamma che allatta completamente il suo bambino deve bere 2,5 litri di acqua al giorno. Le bevande più adatte sono l’acqua minerale generalmente a basso residuo fisso (oligominerale), alternandola con una a media mineralizzazione, preferibilmente calcica e comunque con una concentrazione di nitrati inferiore ai 10 mg/litro, e le tisane non zuccherate.
  •  Moderare l’uso di caffeina: la caffeina passa in piccole dosi nel latte materno, quindi, assumerla con moderazione senza dovervi rinunciare, ma attenzione: questa sostanza è contenuta anche in altre bevande, come il tè freddo e la coca cola e può causare iperattività e difficoltà di riposo.
  •  Le uniche sostanze vietate sonoalcool e fumo. L’alcol viene filtrato solo in parte dal fegato materno e, una volta entrato in circolo nel sangue, passa nel latte materno. Meglio, quindi, bandire del tutto i superalcolici ed evitare, o comunque assumere con grande moderazione, anche gli alcolici e sarebbe meglio bere a stomaco pieno e dopo la poppata, di modo che passi più tempo possibile prima della poppata successiva. In questo modo l’alcool viene smaltito dalla mamma e, quindi, dal latte. Inoltre, è stato smentito che la birra possa aiutare nella produzione di latte, anzi un consumo ripetuto di alcol può anche far diminuire la produzione di latte. A garantire un buon avvio dell’allattamento e una quota sempre adeguata ai bisogni del bebè sono le poppate frequenti e a richiesta. Più il piccolo succhia, più latte viene prodotto. Fumare diminuisce la produzione di latte e lo impoverisce della preziosa vitamina C contenuta; è, inoltre, fortemente dannoso per il neonato il fumo passivo.

2° passo: cambiamento di sapore del latte materno

  •  Ci sono alimenti che possono influire sul sapore del latte materno (a tal punto che il bambino se ne accorge) e che la madre che allatta dovrebbe tassativamente evitare. Di solito si parla di aglio crudo, broccoli, cavoli, asparagi, cavolfiori, cardi, verza, cicoria, rape, radicchio, carciofi, pomodori acerbi, funghi, cipolla cruda, porro, erba cipollina, camerbert, cheddar, gorgonzola, pecorino, brie, provola affumicata, roquefort, strutto,lardo, panna, maionese, insalata russa, dado da brodo, ketchup, noce moscata, curry, peperoncino, ma se sono cibi che avete sempre consumato anche in gravidanza non c’è alcun motivo di evitarli, il bimbo avrà già imparato a conoscerli durante l’attesa, tramite il liquido amniotico.
  •  E’ vero che il sapore del latte cambia in base alla dieta materna (e questo è un bene), ma non è detto che quei gusti non siano graditi al vostro bambino. Può succedere che un bambino dimostri insofferenza a una poppata tutte le volte che mangiate un certo cibo. Se riuscite a capire qual è il cibo incriminato ne limiterete il consumo, ma solo in quel caso, in quanto la scoperta di nuovi sapori può essere addirittura di aiuto nella prevenzione di allergie e intolleranze. Infatti, mantenendo una dieta varia, abitueremo i piccoli a tanti sapori e loro avranno meno problemi dopo, durante lo svezzamento.

3° passo: cibi che provocano meteorismo

  •  Si sente spesso dire che ciò che una mamma che allatta ha mangiato, causa dolori di pancia al bambino allattato. E, quindi, vengono banditi fagioli e legumi in genere, assieme ai cavoli e simili, nonché latticini. La reazione a questi cibi è soggettiva e, comunque, la loro presenza nella dieta della mamma che nutre al seno non altera la qualità del latte e non può provocare disturbi al bebè. I dolori di pancia possono essere causati dall’aria ingerita poppando.
  •  Per alleviare i dolori può essere utile bere una tisana ai semi di finocchio o di cumino. Le sostanze attive vengono trasmesse al bambino tramite il latte materno. 

4° passo: cibi che causano allergie

  •  Agrumi, frutta secca ed in particolare arachidi, dadi per brodo, frutti di bosco, pomodori, latticini, crostacei, molluschi e cioccolato devono essere consumati con moderazione, in quanto alimenti a possibile effetto allergizzante. Soprattutto se esiste una predisposizione familiare al problema, è buona regola osservare le reazioni del piccolo; qualora compaiano sintomi come gonfiore intestinale, diarrea ed eruzioni cutanee, è bene escludere dalla propria dieta tali alimenti. Ovviamente, in tali casi è d’obbligo un immediato consulto con il pediatra.
  •  Alle donne in allattamento spesso di consiglia di bere molto latte. Ci sono notizie contrastanti, in quanto ciò sembra     determinare un’intolleranza frequente, quindi, meglio farne un uso limitato. Il latte vaccino è grasso e in determinate quantità finisce nel latte materno provocando gonfiori e allergie al bambino. Potete usare il parmigiano, questo, in genere, è ben tollerato, inoltre, è una grandissima fonte di calcio che, specie in allattamento, è importantissimo.

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