Obesità e Sovrappeso in età evolutiva

4 passi per…“prevenire e affrontare l’obesità infantile”

Obesità e sovrappeso hanno raggiunto livelli esponenziali, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di “epidemia globale”. L’Italia occupa il 3° posto nel mondo con il 24% per sovrappeso e il 12% per obesità.

Cause:

Cattive abitudini alimentari: molti bambini saltano la prima colazione o la fanno in modo inadeguato, fanno spuntini abbondanti e ipercalorici, non consumano frutta e verdura; fanno scarsa attività fisica e hanno comportamenti sedentari: solo 1 bambino su 10 fa attività fisica adeguata rispetto alla sua età (almeno un’ora al giorno). 

Rischi:

Il sovrappeso comporta numerosi rischi per la salute, dalle patologie cardiovascolari, a quelle del metabolismo e all’ipertensione, ma anche ansie e depressioni sono più frequenti tra i giovani in sovrappeso e obesi. 

Chi supera il peso forma nella fase adolescenziale, aumenta del 70% la probabilità di essere obeso in età adulta.

In generale, i genitori tendono a preoccuparsi molto per i bambini che non mangiano a sufficienza, mentre i problemi di iperalimentazione spesso vengono sottovalutati o diagnosticati tardivamente, quando il bambino ha già raggiunto uno stato di sovrappeso o di obesità.  

Il ruolo del nutrizionista è importante per valutare lo stato nutrizionale del bambino e indirizzarlo insieme alla famiglia verso alimenti ricchi di nutrienti indispensabili per la crescita, ma al contempo poveri di calorie vuote. Inoltre, la prevenzione rappresenta l’arma migliore per scongiurare il sovrappeso e l’obesità infantile. Una vera e propria rieducazione è necessaria e indispensabile nelle famiglie moderne, dove il pasto è veloce e preparato in fretta. Il mangiare sano per i bambini non deve rappresentare una minaccia, ma uno stimolo che deve essere insegnato come gioco. Un modo diverso per far scoprire il gusto di cibi che non sono previsti nei loro regimi alimentari, come verdure, frutta, pesce e legumi. La prevenzione dell’obesità infantile deve iniziare fin da neonati, favorendo il più possibile l’allattamento al seno e tenendo sotto controllo l’eccessivo recupero di peso nei primi anni di vita. 

Fin da piccoli, è importante che i bambini imparino dai genitori ad alimentarsi in modo corretto e a muoversi tutti i giorni. Solo questo può impedire che un bambino predisposto possa diventare obeso. Ovviamente sono i genitori che devono dare l’esempio.

Per aiutare i figli a crescere bene, i genitori devono guardare lontano, a volte lontanissimo. E’ nella seconda parte della vita, infatti, che la salute può presentare il conto. Aiutare i figli a sviluppare buone abitudini alimentari può essere molto difficile, ma vale la pena farlo. 

1° passo: come capire se il bambino è sovrappeso o a rischio di sviluppare obesità? 

In base al rapporto tra il peso in kg e l’altezza in metri al quadrato, ossia all’Indice di Massa Corporea o Body Mass Index (IMC o BMI), si parla di sovrappeso quando il BMI sta tra il 75° e il 95° percentile. Se supera il 95° percentile il bambino è obeso.
I percentili sono curve di crescita che permettono di valutare se lo sviluppo fisico del bambino è adeguato, identificando delle linee (percentili) che definiscono il range considerato normale e accettabile a seconda dell’età.

  • Portarlo regolarmente dal Pediatra che, volta per volta, dopo avere misurato e pesato il bambino, guarderà la curva di crescita, calcolerà il BMI (indice di massa corporea) confrontandolo in base al sesso e all’età, alla media degli altri bambini.
  • Tenere d’occhio alcuni fattori di rischio per prevenire l’obesità infantile:
  1. Peso alla nascita troppo alto o troppo basso e una elevata velocità di crescita nei primi mesi di vita.
  2. Crescita anomala del BMI dopo i 15 mesi.
  3. Crescita anomala del BMI intorno ai 3-4 anni.
  4. Precocità dell’adiposity rebound: questo termine indica l’età in cui il BMI in età prescolare inizia ad aumentare. Normalmente avviene intorno ai 6 anni di età. Se questo momento si anticipa esso è indicativo di un inizio di sovrappeso, e può essere predittivo di una futura obesità.
  5. Circonferenza vita a 0,5(misurare la circonferenza e dividerla per la sua altezza). Un rapporto superiore a 0,5 è indice di un eccesso di adipe addominale, una condizione da monitorare perché significa un rischio maggiore di sviluppare obesità.
  6. Familiarità: se uno o entrambi i genitori sono obesi, aumenta il rischio che lo diventi anche il bambino. 

2° passo: consigli nutrizionali per prevenire l’eccesso di peso 

  • Allattamento: allattare al seno almeno sei mesi. L’allattamento materno è la prima occasione per realizzare una corretta educazione alimentare.
  • Svezzamento: non prima dei sei mesi del neonato, ovvero mai prima delle 17 settimane.
  • Biberon: niente biberon dopo i 2 anni. Il biberon non favorisce una corretta regolazione del senso di sazietà. Si finisce per ingerire calorie inutili in modo facile e senza rendersene conto.
  • Consumare 5 pasti al giorno colazione, pranzo, cena e due spuntini, a metà mattino e metà pomeriggio. Questo ritmo alimentare garantisce un livello costante di glicemia ed evita sensazioni di fame fuori pasto. Quando possibile, mangiare tutti insieme in un clima di serenità, perché i pasti vengano percepiti come momenti piacevoli e di condivisione. Durante i pasti, lasciare da parte tablet, smartphone e simili, perché distraggono da quel che si sta mangiando e fanno mangiare più del necessario.
  • Non saltare mai la colazione. Fornire al bambino il tempo necessario per una colazione rilassata e non frettolosa cercando di individuare i suoi gusti per invogliarlo. 
  • Gli spuntini(di metà mattina e metà pomeriggio) possono essere a base di frutta fresca o yogurt o cracker o barrette di cereali. Il tipo di alimento scelto è decisivo nel conferire potere saziante e quindi nell’evitare ulteriori richieste di cibi fino al pasto successivo.
  • Svuotare il frigorifero dai cibi tentatori (es. merendine, cioccolata, succhi di frutta) e sostituirli con alimenti sani (es. acqua, frutta, yogurt)
  • Non pretendete mai che il bambino finisca il suo piatto se non ha appetito. Questo lo porterà a non tenere conto degli stimoli interni della sazietà, ma a rispondere alle vostre aspettative, per fare piacere alla mamma o per non essere sgridato. Il rischio è che si instauri un rapporto distorto con il cibo, favorendo l’obesità.
  • Abituare il bambino a consumare tutti gli alimenti. Anche se quel cibo non è gradito, non forzarlo, ma riproporre lo stesso alimento, in un altro momento, magari cucinato in modo diverso.
  • Evitare snack fuori pasto: non dargli da mangiare qualunque cosa purché mangi, in questo modo il bambino arriverebbe già sazio all’orario dei pasti. Uno snack confezionato fornisce in media 300-400 kcal, quasi come un piatto di pasta, ma sazia molto meno e dopo poco il bambino avrà di nuovo fame. 
  • Abituare il bambino a mangiare a orari prestabiliti, non a tutte le ore, non per noia o per farlo stare buono 
  • Non acquistare le bevande zuccherate, tipo le Cole o i succhi di frutta. Queste bevande non hanno valore nutritivo, ma danno tante calorie 
  • Proporre almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, a scelta tra quelle amate dai bambini, ma, oltre a dare il buon esempio è importante proporle al bambino in modo creativo, ma sempre sano. Sfruttate la curiosità dei bambini: chiedete loro di aiutarvi in cucina, assegnando piccoli compiti e assistendo i più piccoli nella loro realizzazione. I bambini mangeranno più volentieri un piatto che loro stessi hanno preparato. Anche per la frutta si può proporla in forma di frullato, mousse, macedonia o sorbetto.
  • Controllare l’introito di proteine per i primi due anni di vita. Alternare le varie fonti proteiche. I legumi (proteine di origine vegetale) vanno consumati come un secondo piatto (in sostituzione di carne o pesce o formaggio o uova o prosciutto)
  • Fast food: inutile demonizzarlo, si otterrebbe probabilmente il risultato di renderli ancora più desiderabili, specie se “ci vanno tutti gli amici”. Limitarlo però ad una volta ogni due settimane. E poi compensare con una lunga camminata o qualche attività sportiva…
  • Imparare che i cibi ipercalorici(come torte farcite con creme, cioccolata, patatine fritte) non sono proibiti, ma devono semplicemente essere consumati con moderazione (ad esempio, in occasioni sociali come pasti fuori casa, feste o altre ricorrenze).
  • Bere molta acqua.
  • Evitare che il bambino mangi troppo in fretta: così facendo non si sazia mai e dopo una merendina ne chiede subito un’altra. 
  • Limitare l’uso del sale in cucina
  • Porzioni corrette: preparare il piatto con la “taglia” di alimento idonea all’età del bambino. Le porzioni devono essere regolate in base alla sua età e al fabbisogno, evitando pericolosi bis.
  • Familiarizzare con il ciboe con gli alimenti, portare il bambino al mercato, fargli lavare le verdure, fargli grattugiare la mela e la carota.
  • Portarlo a fare la spesa. Rendere partecipe il bambino nel momento della scelta del cibo lo farà sentire padrone delle proprie scelte. 

3° passo: come diminuire le calorie nel pasto

  • Se nella giornata sono stati inseriti snack più calorici (patatine, alcuni tipi di merendine, gelati alla crema) o se si è andati a fast food, cercare di bilanciare il pranzo o la cena con piatti semplici, a basso contenuto calorico e di grassi.
  • Preferire le cotture che richiedono quantità limitate di grassi (cottura a vapore, con padelle antiaderenti, alla piastra, al forno).
  • Non eccedere con i grassi da condimento(olio extravergine di oliva) ed imparare a dosare l’olio con il cucchiaino ed a utilizzare spezie e aromi per insaporire le pietanze.
  • Scegliere tagli magri e togliere il grasso visibile dalla carne e dagli insaccati.
  • Limitare l’uso di alimenti precotti e conservati (carne, tonno, legumi, ecc), e di salumi pre-confezionati.
  • Preferire il pane a grissini e cracker che, a parità di peso, sono più calorici e grassi.
  • Preferire biscotti secchi ai frollini.
  • Evitare di aggiungere zucchero a bevande di per sé già dolci (latte, spremute, centrifugati)
  • Ridurre il consumo di caramelle e gomme
  • Sostituirei gelati alla crema con gelati alla frutta o ghiaccioli.
  • Inserire eventualmente il dolce in un pasto in cui sia presente una adeguata razione di fibra alimentare (verdura) che ne ridurrà l’assorbimento. 
  • Preferire l’acqua come bevanda dissetante ai succhi di frutta. 

4° passo: consigli per incrementare l’attività fisica

  • Abbandonare il più presto possibile l’uso del passeggino. Limitare l’abitudine di portare il bambino sul carrello della spesa. Privilegiare l’abitudine di andare a scuola a piedi.
  • Evitare che il bambino si incolli davanti alla televisione o al computer (magari ai videogames) prima del 2 anni. Limitarne l’accesso anche dopo, fino ad un massimo di otto ore (totali) alla settimana.
  • Praticare sport, preferibilmente di gruppo, in base alle preferenze del bambino. Tuttavia praticare uno sport non significa solo iscrivere il bambino ad un corso di un paio d’ore a settimana, ma far entrare il movimento spontaneo nelle abitudini quotidiane di tutta la famiglia, un’occasione per stare insieme divertendosi. In questo modo, lo sport avrà una valenza educativa e il genitore sarà visto come un modello positivo da seguire. Un bambino che svolge attività fisica manterrà un peso adeguato anche durante l’adolescenza ed è molto probabile che diventi un adulto sano e in forma. 
  • Favorire le attività e i giochi all’aria aperta. Il gioco è importantissimo, è allenamento, aiuta a bruciare, a crescere e ad interagire con ciò che ci circonda. Il gioco, dunque può, e deve essere inserito come metodo di allenamento, utile nella prevenzione dell’obesità infantile.
  • Spostarsi, qualora possibile, a piedi o in bicicletta.

La cosa più importante è dare il buon esempio, alimentandovi in modo vario, equilibrato e sano, con frutta e verdura, facendo attività fisica tutti i giorni per mantenere o riportare alla norma il vostro peso, non acquistando prodotti scadenti, evitando di stare spesso davanti alla televisione, in modo che diventi un’abitudine di vita per il bambino. Rispetto agli adulti il bambino ha un vantaggio, quello di continuare a crescere e se si riesce a intervenire e a stabilizzare il suo peso, non ci saranno problemi di peso da adulto. 

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